Israele sotto accusa per violazioni sistematiche dei diritti umani e abusi diffusi contro i palestinesi

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’Euro-Med Human Rights Monitor hanno recentemente pubblicato rapporti dettagliati che mettono in luce gravi e diffuse violazioni dei diritti umani perpetrate da Israele contro i palestinesi, con particolare attenzione alla situazione nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto il 7 ottobre 2023. Questi documenti offrono un quadro allarmante di abusi sistematici, detenzioni arbitrarie e trattamenti inumani.

Arresti di massa e detenzioni arbitrarie
Secondo il rapporto dell’ONU, migliaia di palestinesi sono state oggetto di arresti di massa dall’inizio del conflitto. Tra i detenuti figurano non solo combattenti, ma anche un numero significativo di civili, tra cui personale medico, pazienti e persone in fuga dalle zone di conflitto. Il documento riporta che questi individui vengono “portati da Gaza in Israele, solitamente ammanettati e bendati“, in chiara violazione delle norme internazionali sui diritti umani.

A giugno 2024, il servizio carcerario israeliano deteneva più di 9.400 “detenuti di sicurezza”. Molti di questi sono trattenuti in segreto, senza che vengano fornite ragioni per la loro detenzione e senza accesso all’assistenza legale, violando così i principi fondamentali del diritto internazionale.

Il rapporto dell’Euro-Med Monitor, basato su interviste approfondite con 100 ex detenuti, conferma e approfondisce queste accuse. L’organizzazione ha documentato arresti arbitrari su larga scala che colpiscono indiscriminatamente la popolazione civile, inclusi gruppi particolarmente vulnerabili come donne, bambini e anziani. Questi arresti avvengono frequentemente durante le incursioni terrestri dell’esercito israeliano in aree densamente popolate di Gaza, spesso accompagnate da operazioni militari che causano ulteriori danni e sofferenze ai civili.

Condizioni di detenzione disumane e pratiche di tortura
Entrambi i rapporti dipingono un quadro scioccante delle condizioni di detenzione e delle pratiche di tortura sistematiche. Tra gli abusi documentati figurano:

1. Detenzione in “strutture simili a gabbie”, dove i prigionieri vengono spogliati e lasciati nudi per lunghi periodi, con la sola “concessione” di indossare pannolini, privandoli così della loro dignità umana

2. Privazione sistematica di bisogni fondamentali come cibo, acqua e sonno, una pratica che costituisce una forma di tortura secondo le convenzioni internazionali

3. Abusi fisici gravi, tra cui percosse, ustioni da sigarette e l’uso di cani contro i detenuti

4. Pratiche di tortura come il waterboarding e la sospensione dei prigionieri dai soffitti, tecniche che possono causare danni fisici e psicologici duraturi

5. Casi diffusi di violenza sessuale e di genere contro uomini e donne, una violazione particolarmente grave dei diritti umani

6. Uso di elettroshock e incatenamento prolungato, pratiche che possono causare danni fisici permanenti

7. Tortura psicologica sistematica, che include minacce di morte, minacce di stupro, insulti e umiliazioni costanti

Il rapporto dell’Euro-Med Monitor aggiunge dettagli ancora più inquietanti, riferendo casi in cui i detenuti sono stati oggetto di ulteriori umiliazioni, come essere sputati addosso e urinati. Inoltre, viene segnalata la negazione di cure mediche essenziali, anche in situazioni di pericolo di vita, una pratica che può equivalere a una forma di tortura.

Sparizioni forzate e mancanza di trasparenza
Un aspetto particolarmente preoccupante emerso da entrambi i rapporti è la pratica delle sparizioni forzate. Israele è accusato di non fornire informazioni sulla posizione o sul destino di molti detenuti, negando alle famiglie e agli organismi internazionali qualsiasi informazione sul loro stato. Questa pratica non solo viola il diritto internazionale, ma infligge anche una sofferenza psicologica intensa e prolungata alle famiglie dei detenuti. La mancanza di trasparenza è ulteriormente aggravata dal rifiuto di Israele di concedere l’accesso alle strutture di detenzione al Comitato Internazionale della Croce Rossa, un’organizzazione neutrale che svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio delle condizioni dei detenuti in situazioni di conflitto.

Vittime e statistiche allarmanti
Il bilancio umano di queste pratiche è devastante. Il rapporto dell’ONU documenta almeno 53 morti di detenuti palestinesi nelle strutture di detenzione israeliane dall’inizio del conflitto. Questi decessi sollevano serie preoccupazioni sulla possibilità di esecuzioni extragiudiziali o morti risultanti da torture o negligenza grave.

La portata più ampia del conflitto è altrettanto allarmante. L’operazione militare israeliana a Gaza, il genocidio in atto nei confronti della popolazione palestinese, ha causato decine di migliaia di vittime civili. Le donne e i bambini costituiscono la maggioranza di queste vittime. Circa due milioni di persone sono state sfollate con la forza, creando una crisi umanitaria di proporzioni enormi.

Implicazioni legali e violazioni del diritto internazionale
Entrambi i rapporti sottolineano che le azioni di Israele costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, ha chiesto “indagini rapide, approfondite, indipendenti, imparziali e trasparenti su tutti gli incidenti che hanno portato a gravi violazioni del diritto internazionale“.

Il rapporto dell’Euro-Med Monitor va oltre, suggerendo che molti di questi abusi fanno parte di un attacco sistematico e diffuso contro la popolazione civile, potenzialmente equivalente a crimini contro l’umanità secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale.

In conclusione, questi rapporti dipingono un quadro profondamente inquietante della situazione dei diritti umani nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Evidenziano la necessità urgente di un’azione internazionale concertata per porre fine a queste violazioni sistematiche, garantire giustizia per le vittime e lavorare verso una soluzione pacifica e duratura del conflitto che rispetti i diritti fondamentali di tutte le parti coinvolte.

La comunità internazionale dovrebbe considerare sanzioni mirate contro i responsabili di queste violazioni e aumentare la pressione diplomatica per garantire il rispetto del diritto internazionale. Pensate che questo accadrà mai?

Dan ROMEO